TSO cos’è

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Molti si chiedono il TSO cos’è esattamente. L’acronimo sta per trattamento sanitario obbligatorio, e si tratta di un provvedimento attraverso il quale le autorità previste impongono delle cure mediche a qualcuno. Questo procedimento ben regolato dalla legge, e che viene utilizzato nei casi di vera emergenza.

TSO cos’è e quando si applica

Il trattamento sanitario obbligatorio è stato introdotto in Italia nel 1978, grazie all’opera del medico Franco Basaglia. Basaglia è ricordato per una legge che porta il suo nome, che portò alla chiusura dei cosiddetti manicomi. La sua azione è stata definita rivoluzionaria, perché iniziò a porre le basi verso un nuovo modo di vedere le malattie psichiatriche.

Proprio perché fu il primo a parlare di TSO oggi si associa questa pratica al campo psichiatrico, ma si tratta di un falso pregiudizio. Il TSO può essere applicato in ogni campo della medicina, senza particolari limiti. Per chi vuole esplorare le norme previste dalla legge può fare riferimento alla riforma sanitaria redatta con la legge 833 del 1978. Possiamo trovare l’ordinamento del TSO negli articoli che vanno dal 33 al 35.

Nello specifico quando può essere richiesto un TSO, e chi è che può ordinarlo? L’iniziativa deve essere approvata da due medici, che devono inoltre presentare una proposta ben motivata. Almeno uno dei due medici deve essere legato alla ASL che ha competenza nel comune dove si sta effettuando la richiesta di trattamento sanitario obbligatorio. La richiesta deve essere presentata al sindaco, che deve emettere un preciso provvedimento. Dopodiché è necessaria una convalida da parte di un giudice preposto.

Alcune delle caratteristiche fondamentali per la richiesta di un TSO sono la necessità di un trattamento urgente e l’eventuale pericolosità per se stesso e per gli altri.

Uno strumento di cui non si deve abusare

Il TSO può essere definito come una delle massime limitazioni che una persona può subire. Si tratta di una prevaricazione delle sue capacità decisionali, e per questo non bisogna abusarne. Proprio la sua struttura burocratica così complessa, che richiede la presenza di due medici, un sindaco e anche di un giudice, lo rende uno strumento piuttosto farraginoso, spingendo ad un uso piuttosto limitato.

Inoltre non bisogna dimenticare che il TSO deve rispettare la dignità della persona, per cui ha anche dei precisi limiti temporali. Di solito un provvedimento di questo genere può durare fino a 7 giorni, che possono essere successivamente rinnovati.

La situazione dei minori può invece apparire decisamente più complicata. Per un minorenne ciò che conta, più della decisione personale, è la volontà della potestà genitoriale. Ciò significa che può non essere necessario un trattamento sanitario obbligatorio. Un ricovero previsto dal genitore è di per sé totalmente lecito.

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