Presenti in centinaia di declinazioni diverse, i panini della tradizione italiana rappresentano lo street food per eccellenza. Attraversando lo Stivale na nord a sud, in qualsiasi città o sobborgo troveremo almeno una specialità locale a base di prodotti panificati.
L’Italia vanta una invidiabile tradizione in questo senso, complici le grandi distese di campi coltivati a cereali che sin dall’antichità ci forniscono materie prime centrali, nelle nostre abitudini alimentari. Le tantissime declinazioni regionali, con il gusto tutto italico nel trattare con arte magica tutto ciò che finirà per essere mangiato, hanno fatto il resto.
Il Bel Paese è anche il Buon Paese: non esiste una sola zona d’Italia in cui si mangia male. Le ricette sono tante ma il minimo comune denominatore è sempre uno: il gusto. Tutto ciò che passa per il processo di panificazione non fa eccezione, con tantissime ricette in grado di soddisfare qualsiasi palato. E che hanno dato qualche input anche alle grandi catene dei panini del fast food, tutte corse ad omaggiare la grande tradizione italiana anche in questo settore.
Iniziamo idealmente un viaggio nel nostro territorio, alla scoperta dei panini più celebri che la nostra tradizione culinaria ci ha regalato.
I panini più famosi
Il nostro viaggio non seguirà un iter geografico particolare: lasciamo perdere il navigatore, perché in questo itinerario ci orienteremo utilizzando esclusivamente il senso del gusto. Ecco comparire dinnanzi alle nostre facci il primo punto di interesse, il re dei panini, la succulenza per eccellenza. Stiamo parlando di sua maestà il Panico con la Porchetta.
Diffuso principalmente in Italia centrale, il re dei panini prevede l’impiego di carne di maiale che viene cotta seguendo diverse tecniche, a seconda della zona di provenienza. Generalmente la porchetta viene arrostita al forno per molte ore, e la sua carne viene impreziosita da pepe a altre spezie.
Elemento cardine della ricetta è senz’altro il panino. Dal Molise all’Emilia Romagna, ogni sobborgo usa una specialità diversa per accompagnare la carne. A Roma e nella zona dei Castelli Romani in particolare, è molto in voga una ciabatta larga e lunga.
Tappa d’obbligo in Romagna per gustare la succulenta Piadina Romagnola. Le sue origini sono antichissime, e affondano le radici ai tempi dell’Impero Romano. Olio, sale, acqua, farina e lievito, o in alternativa bicarbonato: non serve altro. La piadina si cuoce su pietra, o in teglia. Sottile, morbida e croccante al tempo stesso, questa specialità può essere condita in mille modi diversi. Gli ingredienti tipici della tradizione sono prosciutto e squacquerone, ma le innumerevoli varianti prevedono l’impiego di pomodorini, verdure, salumi e formaggi tipici del territorio.
A Napoli bi sogna assolutamente fermarsi per gustare il famoso Panuozzo. Il panino trae le sue origini dalla città di Gragnano, e vanta un impasto molto simile a quello della pizza. Anche gli ingredienti sono gli stessi, quindi l’unico limite è la creatività dello chef. Il Panuozzo di solito viene preparato in bianco, con abbondante uso di verdure, salumi e ortaggi della zona. La particolarità della ricetta è che il panino viene cotto, farcito e passato di nuovo in forno. L’amalgama è incredibile, così come il suo gusto.
Poco più a nord, in Toscana, a farla da padrone è il celeberrimo Lampredotto. La ricetta è a base di interiora, e trova molte similitudini in altre parti dell’Italia meridionale. Alle frattaglie si aggiungono cipolla, sedano, prezzemolo e pomodoro; le carni vengono bollite a lungo, fino a raggiungere una consistenza tale da sciogliersi in bocca. Per un tocco di ulteriore lussuria gastronomica, la fetta superiore del panino viene intinta nel brodo di cottura della carne.