Intervento pubblicato il 17 dicembre su Il Mattino
Gentile Direttore,
il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco proprio in un evento organizzato dal vostro quotidiano ha lanciato un appello a tutte le forze politiche per occuparsi di più e meglio dei giovani del Mezzogiorno. Una risposta è doverosa.
Il Sud non è una terra per giovani? È una domanda che non possiamo accettare. I numeri, però, parlano da soli e a volte sono spietati. L’Istat ha registrato una contrazione dell’occupazione più accentuata nel Sud: -0,6% contro il -0,1% del centro-Nord. Il Pil pro capite del Sud è quasi la metà di quello del Nord. Migliaia di ragazze e ragazzi hanno lasciato il Mezzogiorno in questi decenni. Abbiamo oggi una “generazione Flixbus” che è disposta a fare centinaia di chilometri per cercare lavoro altrove, per studiare altrove. Andare via troppo spesso non è una scelta, ma un destino. Un male che ha radici lontane, ma che non è incurabile.
Serve Politica, che per noi è sinonimo di lotta alle disuguaglianze. Serve un investimento prima di tutto sul capitale umano, che dia ai giovani meridionali strumenti e opportunità per cambiare il destino della loro terra. Non siamo all’anno zero. In questi anni ho potuto conoscere direttamente realtà di giovani capaci di portare innovazione, idee, impresa nel Sud in un settore strategico come quello agroalimentare. E sono loro i primi a chiedere non assistenza, ma investimenti. A chiedere un grande piano di interventi nella formazione scolastica meridionale e nell’infrastrutturazione digitale. A chiedere scuole e università migliori per avere una formazione a livello europeo. A chiedere ospedali funzionanti, strade e collegamenti ferroviari efficienti. A chiedere lavoro, non sottopagato con salari al di sotto della soglia di sopravvivenza. Di queste domande e di questi giovani Lega e 5 stelle si sono completamente dimenticati. Lo dimostrano le scelte della legge di bilancio e le proposte folli di questi mesi. Salvini vorrebbe trasformare il Sud in un grande ospizio, i 5 stelle propongono più assistenza e meno lavoro. Tutto questo è insufficiente. Come Pd proponiamo di continuare negli investimenti pubblici sulla linea dei Patti con le regioni che abbiamo sottoscritto in questi anni, introdurre il salario minimo legale per ridare dignità al lavoro, aumentare i cantieri di opere infrastrutturali utili e rinforzare la lotta alla criminalità. Per proseguire nel sostegno alle imprese, il credito d’imposta per gli investimenti, il prolungamento degli esoneri contributivi per le nuove assunzioni, il sostegno alla nuova imprenditorialità giovanile con resto al sud. E dobbiamo ridare opportunità: ad esempio con la creazione immediata delle Zone Economiche Speciali che hanno una formidabile capacità di attirare investimenti anche esteri e sono degli eccezionali attivatori di export. Solo cosi il Mezzogiorno potrà tornare ad essere il centro economico del Mediterraneo.
Per realizzare questi obiettivi serve anche una classe dirigente adeguata. Lo dico guardando anche al mio partito. Il rinnovamento del Pd deve partire dai territori, da energie nuove, da giovani capaci che raccolgano la sfida e la richiesta di cambiamento che viene dal Paese. Insieme a Matteo Richetti e tanti altri proponiamo di mettere donne e giovani al centro di questo ricambio non solo generazionale, ma culturale del partito anche e soprattutto a livello locale. E lo diciamo guardando molto a Sud. Per questo saremo a Napoli oggi a incontrare tante persone che vogliono dare una mano al Partito democratico a cambiare, per costruire un’alternativa forte a questa destra pericolosa al governo.